Le forze di attrito

L'attrito è una di quelle forze che ci accompagna costantemente, anche se spesso non ci accorgiamo della sua presenza. Dalla guida di un'auto alla scrittura con una penna, l'attrito è il fenomeno che permette a molte azioni quotidiane di compiersi. Ma cos’è esattamente l'attrito? Perché esiste? E come possiamo comprenderlo e sfruttarlo meglio?

L'origine dell'attrito

Anche una superficie che appare perfettamente liscia, come un pavimento lucido o un vetro ben levigato, rivela al microscopio una struttura irregolare, fatta di microscopici avvallamenti e sporgenze.

esempio di attrito radente

Quando due superfici vengono a contatto, queste irregolarità si incontrano, creando una resistenza al movimento.

Questa resistenza, nota come attrito, può essere vista come il "prezzo" da pagare per mettere in moto un oggetto o mantenerlo in movimento.

Tipi di attrito

Esistono tre principali tipi di attrito:

  • Attrito radente, che si manifesta quando due superfici scorrono l'una sull'altra.
  • Attrito volvente, che si verifica quando un oggetto rotola su una superficie. E' molto meno intenso rispetto all'attrito radente. È il motivo per cui ruote e sfere sono così efficienti per il trasporto.

    Un esempio pratico è rappresentato da un'automobile: durante una curva, l'attrito volvente tra i pneumatici e l'asfalto aiuta a mantenere il veicolo in traiettoria.

  • Attrito viscoso, che agisce su corpi che si muovono attraverso un fluido, come aria o acqua.

    Ad esempio,  un nuotatore che taglia l'acqua o un ciclista che sfida il vento affrontano un altro tipo di attrito: l'attrito viscoso. Questo tipo di resistenza dipende dalla velocità e dall'area del corpo in movimento. Per minimizzare l'attrito viscoso, i nuotatori utilizzano costumi ultraleggeri e idrodinamici, mentre i ciclisti si affidano a tecnologie aerodinamiche, come caschi speciali e ruote in fibra di carbonio.

L'attrito radente può essere ulteriormente suddiviso in due categorie:

  • Attrito statico, che si oppone all'avvio del movimento.

    Ad esempio, per spingere un mobile pesante, la forza iniziale che devi esercitare è maggiore di quella necessaria per mantenerlo in movimento.

  • Attrito dinamico, che agisce quando un corpo è già in movimento. Una volta che il mobile inizia a scivolare, è più facile mantenerlo in movimento rispetto a farlo partire.

L'attrito statico

L'attrito radente si oppone all'avvio del movimento. Quindi, si verifica solo quando un corpo è fermo.

Fino a quando non si supera una certa soglia, questa forza si oppone al tentativo di mettere in movimento un corpo fermo.

Le sue caratteristiche principali sono definite da alcune leggi empiriche che ci permettono di comprenderne meglio il comportamento.

  1. Forza parallela e opposta al moto potenziale
    La forza di attrito statico è sempre parallela alla superficie di contatto e agisce in direzione opposta al movimento che il corpo tenderebbe a compiere in assenza di attrito.

    Ad esempio, se provi a spingere un libro su un tavolo, la forza di attrito statico si opporrà alla tua spinta, impedendo inizialmente il movimento.

  2. Indipendenza dall'area di contatto
    Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, l'attrito statico non dipende dall'area della superficie di contatto tra il corpo e la superficie. Ciò significa che, a parità di materiali e condizioni, un mattone appoggiato su un lato largo o sul lato stretto avrà la stessa forza di attrito statico.
  3. Variabilità entro un limite massimo
    La forza di attrito statico può variare da zero (quando non c'è una forza applicata) fino a un massimo, definito dalla relazione: $$ F_{s, \text{max}} = \mu_s \cdot F_N $$ Dove \( \mu_s \) è coefficiente di attrito statico, dipendente dai materiali a contatto, \( F_N \) è la forza normale, cioè la forza perpendicolare esercitata dalla superficie sul corpo. Quando la forza applicata supera \( F_{s, \text{max}} \), l'oggetto si mette in movimento, e l'attrito statico lascia il posto all'attrito dinamico.

Un esempio concreto

Immaginiamo una scatola pesante ferma su un pavimento.

Se applichi una piccola forza spingendola, la scatola non si muove: la forza di attrito statico si adatta alla tua spinta, annullandola.

esempio di attrito radente

Aumentando la forza, raggiungi un punto in cui la tua spinta supera \( F_{s, \text{max}} \), e la scatola inizia a muoversi.

Questo passaggio rappresenta il limite dell'attrito statico.

L'attrito statico è una forza che, sebbene invisibile, gioca un ruolo fondamentale in molte situazioni quotidiane. Dal tenere fermi gli oggetti a impedire che scivolino su superfici inclinate.

L'attrito dinamico

L'attrito dinamico è una forza che entra in gioco quando un corpo è già in movimento rispetto a una superficie.

Questo tipo di attrito, più prevedibile rispetto a quello statico, segue alcune leggi empiriche che ci aiutano a calcolarlo e a comprenderne gli effetti.

  1. Parallela e opposta al movimento
    La forza di attrito dinamico agisce parallela alla superficie di contatto e il suo verso è opposto alla direzione del moto. Questo significa che, mentre un corpo scivola su una superficie, l'attrito dinamico tenta costantemente di rallentarlo.

    Esempio: Una scatola spinta su un pavimento liscio rallenta a causa della forza di attrito dinamico che si oppone al suo scivolamento.

  2. Indipendenza dall'area di contatto e dalla velocità
    L'attrito dinamico non dipende dall'area di contatto né dalla velocità del corpo. Che una scatola sia appoggiata su un lato largo o stretto, o che si muova lentamente o rapidamente, la forza di attrito dinamico rimane invariata (a parità di altre condizioni).
  3. Proporzionalità con la forza normale
    L'entità dell'attrito dinamico è proporzionale alla forza normale (\( F_N \)), ovvero la forza perpendicolare che la superficie esercita sul corpo. Questa relazione si esprime con la formula:  $$ F_d = \mu_d \cdot F_N $$  Dove  \( \mu_d \) è il coefficiente di attrito dinamico, specifico per i materiali in contatto, \( F_N \) è la forza normale, spesso uguale al peso del corpo se la superficie è orizzontale.

Differenze tra attrito statico e dinamico

Il coefficiente di attrito dinamico (\( \mu_d \)) è generalmente minore rispetto al coefficiente di attrito statico (\( \mu_s \)).

Questo significa che, una volta messo in movimento, un corpo richiede meno forza per mantenere il moto rispetto a quella necessaria per iniziare a muoversi.

Inoltre, mentre l'attrito statico varia fino al suo valore massimo, l'attrito dinamico ha un valore costante una volta che il corpo è in moto.

Un esempio pratico. Immagina di spingere una scatola su un pavimento. Per avviare il movimento, devi superare la resistenza dell'attrito statico. Una volta che la scatola si muove, puoi osservare che la forza necessaria per mantenerla in moto è inferiore. Questo accade perché ora stai lavorando contro l'attrito dinamico, che è più debole e prevedibile. Pertanto, l'attrito dinamico è una forza più gestibile rispetto all'attrito statico.
esempio

Perché l'attrito statico è maggiore di quello dinamico?

Quando due superfici sono a riposo relativo, le microscopiche asperità (rugosità) dei materiali hanno più tempo per incastrarsi tra loro.

Questo genera un’adesione maggiore, che richiede più forza per avviare il movimento.

Una volta che il corpo si muove, queste asperità non riescono più a incastrarsi con la stessa efficacia: si rompono i microlegami e si passa a un regime di attrito dinamico, che è più debole.

Quindi, l’attrito statico comprende forze di adesione (legami molecolari temporanei), mentre l’attrito dinamico è più legato a resistenze meccaniche dovute allo sfregamento.

I coefficienti di attrito

I coefficienti di attrito statico (\( \mu_s \)) e dinamico (\( \mu_d \)) sono fondamentali per calcolare l'attrito. Ad esempio:

Materiale Attrito dinamico (μd) Attrito statico (μs)
Gomma su cemento (asciutto) 0,80 1,00
Gomma su cemento (bagnato) 0,25 0,30
Sci su neve 0,05 0,10
Acciaio su acciaio 0,57 0,74
Vetro su vetro 0,40 0,94
Legno su pelle 0,40 0,50

Questi valori ci mostrano come, in generale, l'attrito statico sia maggiore dell'attrito dinamico.

Questo spiega perché è più difficile avviare il movimento rispetto a mantenerlo.

Inoltre, spiega perché è importante ridurre la velocità di un veicolo quando la strada è bagnata, in questa situazione l'attrito dinamico si riduce drasticamente.

In conclusione, l'attrito non è solo una forza che si oppone al movimento, ma un meccanismo essenziale che rende possibile la vita quotidiana. Senza l'attrito, camminare, frenare un'auto o persino scrivere sarebbe impossibile. 

 
 

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